Come ho emigrato da Cuba a l’Italia

Molte persone mi chiedono perché sono in Italia, alcuni sanno che è per amore, altrimenti non avrei mai lasciato la mia terra, a differenza di molti cubani che hanno lasciato Cuba, legal o illegalmente o molti altri che non vedono l’ora in cui un parente che vive in un altro paese lo aiute a lasciare Cuba. Avevo avuto la possibilità di farlo e non lo avevo mai fatto, ero in grado di sopportare le leggi incoerenti e le carenze di ogni genere, solo per restare con la mia famiglia. Finché un giorno ho incontrato a lui completamente fuori del prototipo di uomini che poteva essere nella mia lista, lista poi di una ragazza di 21 anni. Era molto più alto di me, era biondo e aveva uno sguardo di mafioso, lo stesso sguardo che mi ha spinto alle sue braccie. Era venuto a Cuba con un amico, un amico un po ‘pazzo, che si innamorò di una mia amica, una amica un po’ pazza, noi ci facevamo compagnia, mentre loro discutevano fin dalle prime ore di stare insieme, ci siamo divertiti, ci siamo guardati, parlato, parlato con i segni come i sordi, lui conosceva poco della mia lingua, io nulla della sua, ma per prima volta ero stato in grado di leggere gli occhi di qualcun altro, ero stato in grado di ascoltare il cuore di un uomo, per la prima volta. Un giorno ci siamo baciati, mentre tremavamo ci siamo baciati e ci siamo baciati ancora come se non ci fosse un domani… Il giorno dopo ha incontrato la mia famiglia e tutti lo hanno adorato fin dal primo momento, hanno subito visto il buon cuore che esisteva sotto tutto quel grande corpo. Tre giorni più tardi mi doveva lasciare, doveva tornare alla sua terra, il suo lavoro e la sua famiglia, sapeva che aveva la responsabilità di tornare indietro e ha cercato di farlo ma abbiamo avuto troppo da fare, non avevo mai conosciuto l’ Avana e lui è stato la mia guida, mi ha fatto vedere ogni luogo spettacolare a l’Avana, eravamo troppo felici per guardare l’orologio e non l’abbiamo fatto, quando abbiamo raggiunto l’aeroporto, l’aereo Blue Panorama passava sopra le nostre teste, l’aereo era partito ma lui no, abbiamo pianto molto perche dovevamo salutarci ma abbiamo pianto molto di più, questa volta di felicità, quando abbiamo capito che il destino ha voluto darci più tempo, esattamente 15 giorni, 15 giorni che ci hanno uniti, che ci hanno uniti troppo da non stare più separati! Continuerà …

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